Per definire un motore performante davvero, oltre alla classica valutazione dei parametri di coppia e potenza massima, è necessario valutarne la reale guidabilità. Per guidabilità si intende: fluidità e continuità nell’erogazione della potenza, accelerazioni potenti e costanti fin dai regimi più bassi, risposte pressoché immediate ai comandi del gas, dolcezza nella guida rilassata e a velocità di crociera ed ovviamente assenza di vuoti e assenza di sussulti e singhiozzi nelle ripartenze.
Il grafico in figura 1 è un tipico grafico Coppia/Potenza ottenuto eseguendo la prova a corpo farfallato tutto aperto ma questo grafico da solo non implica necessariamente che la messa a punto sia ottimale (vedi anche un precedente articolo).
Infatti in figura 2 si può notare che una prova fatta con l’apertura parziale del corpo farfallato non ha la stessa linearità della figura 1 e ciò a scapito della guidabilità e dei consumi.
In questa prova si può notare come l’aumento di coppia e potenza subisca un rallentamento fino ai 3500 giri per poi aumentare in maniera brusca. Questo rallentamento incide in modo negativo sulla guidabilità, sui consumi e sul piacere di guida della moto. La moto in questo caso risponde lenta ed in maniera scorbutica ai comandi del gas.
Per fare una messa a punto che restituisca un motore realmente performante sono necessari perizia, tempo e tante prove sia sul banco dinamometrico che su strada che siano fatte in maniera realmente esaustiva. Il tutto per consegnare una moto dalle prestazioni che con un’immagine si possono definire un pugno di ferro in un guanto di velluto.